Il Blog "Un Sogno nel Cassonetto" si propone di pubblicare commenti e referenze di tipo quantitativo e di taglio scientifico rispetto alle tecnologie che si ritiene di maggior impatto nel prossimo futuro. Le tecnologie analizzate si limiteranno prevalentemente agli ambiti ICT (Information and Communication Technology) Energia e Ambiente, nelle sue varie declinazioni ed accezioni.

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mercoledì 23 aprile 2008

Produrre Biogas in casa

Produrre Biogas in casa, con un digestore messo in cucina e alimentato con i propri scarti umidi: ecologico, sostenibile, conveniente.
Dal Blog di Federico Valerio


Vi ricordate "Ritorno al futuro"? Il divertente film a tre episodi, in circolazione nelle sale alla fine degli anni ottanta, dove sono narrate le incredibili avventure indotte dall'incauto uso di una macchina del tempo?
Nell'episodio ambientato nel 2015, Emmett Brown, lo scienziato che ha ideato la macchina, a corto di carburante, rovista nel cestino dei rifiuti, trova una buccia di banana, la mette ne serbatoio della sua auto e questa riparte come una scheggia grazie alla materia ( la buccia di banana) trasformata in energia.
Ebbene , senza aspettare il 2015, già oggi c'è chi usa proprio una buccia di banana per produrre energia.
A dir la verità, oltre alla buccia di banana, usa anche qualche buccia di papaya, un pò di tortillas secca e qualche altro scarto e con questo "combustibile" ogni giorno, senza effetti speciali, accende il fuoco e fa da mangiare per tutta la famiglia (tre persone).
Dal nome esotico dei "combustibili" avete certamente capito che non siamo in Italia; in effetti questa singolare conversione energetica avviene nel Guatemale, nella piccola città di San Juan Alotenango- Sacatepequez . Questo nome può sembrare inventato ma, credetemi, la storia che vi sto raccontando non è un nuovo romanzo di Marcquez, ma è proprio vera.
Dietro a questo racconto c'è l'Università del Guatemala che ha deciso di dare una risposta operativa ai fabbisogni energetici dei villaggi guatemaltechi e in questo paesino ha realizzato le prime quattro cucine a biogas, alimentate dagli scarti di cucina di altrettante famiglie che per prime hanno aderito al progetto.
Il digestore è fatto da una tanca di polietilene da 750 litri con all'interno (capovolta) una tanca di diametro più piccolo, da 450 litri, che funge da gasometro in quanto si alza e si abbassa, in base al biogas prodotto.
La tanca principale contiene 300 litri di letame di mucca sciolti in circa 600 litri di acqua in cui sono stati aggiunti i microorganismi che fanno il piccolo miracolo energetico di trasformare la banana in metano.
Ogni giorno, si raccolgono tutti gli scarti di cucina, circa mezzo litro, si aggiunge 250 centimetri cubi di acqua e con un frullatore si fa una bella pappetta, si aggiungono altri 750 cc di acqua e il tutto si versa nel digestore. Un pari volume di fango digerito ( 1500 cc, un litro e mezzo) esce dal digestore ed è raccolto con cura perchè è un ottimo fertilizzante da usare nell'attiguo orto.
Quando si deve far da mangiare, si apre la valvola del gas, si accende il fuoco e la famigliola ha disposizione i cento litri di metano che gli servono ogni giorno per cuocere la pasta, prodotto dai 200 grammi di scarti giornalieri che erano stati messi nel digestore qualche decina di giorni prima.

Un primo bilancio di questa esperienza.
Gli impianti funzionano senza inconvenienti, sulla bolletta del gas le famiglie risparmiano circa 100 dollari all'anno, quindi anche senza gli attuali incentivi, l'impianto si paga dopo due anni e mezzo di attività , visti gli ottimi risultati altre famiglie vogliono passare al biogas autoprodotto.
Ci sono poi i vantaggi ambientali: tutto quello che prima era un rifiuto da smaltire ( l'umido putrescibile) è diventata una risorsa a rifiuti zero; per gli orti non sono più necessari concimi chimici e anche la foresta ringrazia, sia per la minore richiesta di legna da ardere, sia per il minor rischio di incendi; la separazione dell'umido si porta dietro anche la separazione e la raccolta differenziata degli altri scarti, che anche in questi remoti villaggi si comincia a fare.
Unico problema, gli odori per niente gradevoli al momento della prima carica di letame e al momento della produzione del primo biogas. Comunque, passato questa prima fase, neanche questo è più un problema in quanto, a regime, la combustione del biogas è inodore.

Un modello di sviluppo da paesi sotto sviluppati? Vedremo! Quello che vi posso dire è che in India, nei nuovi condomini, nei giardini sotto casa ci sono già biodigestori condominiali che funzionano nello stesso modo. Non è uno sfizio ecologista dei condomini ma le scelte obligatorie del piano regolatore.
A quando nei nostri paesi avanzati e spreconi?Se qualcuni di voi vuole approfondire l'argomento e magari autocostruirsi o comprare il biodigestore da giardino il sito è www.arti-india.org

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ma se il contenitore principale da 750 ne contiene un altro da 450 litri, come fanno a starci dentro 600 litri di acqua e 300 di letame?

a parte questo particolare, l'idea è molto buona e permetterebbe di utilizzare meglio i rifiuti organici rispetto a come vengono utilizzati adesso, cioè nel composter

Anonimo ha detto...

"Io credo che l'acqua sarà un giorno usata come
combustibile"...
L'acqua non è un combustibile ma il risultato di una combustione!
Al massimo l'acqua sarà una "batteria" da caricare USANDO energia (p.es. elettrolisi) e da scaricare LIBERANDO energia (bruciando idrogeno con ossigeno, producendo elettricità tramite celle a combustibile, ecc).

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu